mercoledì 25 febbraio 2015

Uscire da approssimazione e dilettantismo

Ci mancava anche la lettera dell'assessore al Papa.
Non mi dispiace che papa Francesco possa essere un elemento di senso e di riferimento in questo vuoto permanente che sa di ridicolo se non si stesse parlando di amministrare una città; non disturberei però il papa per rilanciare il Welafre cittadino, non so quanto potrebbe dirci. magari sarebbe meglio che la giunta intera studiasse meglio il quadro e magari ci facesse almeno sapere come inende eventualmente riorganizzare i servizi sociali che competono al Comune.
Mi sembra evidente lo sbandamento che questa città stia subendo ulteriormente.
Mi chiedo per l'ennesima volta se non sia necessario portare all'interno della città una vera discussione su quelli che sono i reali problemi per cercare le realistiche soluzioni.
Mi sembra che la stessa esternazione dell'assessora al sociale faccia ritenere il ruolo di questo consiglio comunale del tutto insufficiente. Per non ricadere nei soliti errori di immobilismo sarà quindi necessario cercare nuovi luoghi di sintesi politica. Mi sembra che le liste cosiddette civiche abbiano ormai ben poco da aggiungere alle loro performance e che i cosiddetti partiti "tradizionali" mostrino, almeno a Livorno, la loro totale incapacità di proposta. Mi riferisco allora soprattutto a quel mondo associativo, disperso, anche distante che comunque nella nostra città cerca di resistere puntando su un ruolo identitario e di vera appartenenza. Sarebbe l'ora di incontrarsi.

martedì 27 maggio 2014

E ora comincia il bello

Non ci sono dubbi sul risultato delle elezioni amministrative. un risultato definito da tutti i commenattori storico. Si in effetti la portata è di quelle pesanti. Dovremo tornarci sopra per capirne maggiori dettagli significati.
Ora due cose soprattutto contano, arrivare a vincere il ballottaggio cercando di far capire agli elettori livornesi l'importanza di un partito come il PD che unico può cercare di reinterpretare l'idea di una città unita a capacità di governo, aprendo attenzioni a mondi circostanti ma tenuti così distanti; secondo punto non meno importante è che dobbiamo metterci in testa che Renzi è una cosa ben precisa, non è sufficiente coccolarlo e lisciarlo per il verso giusto. Non ci casca. Lui impersona una cesura profonda con quello che è stato il modo di governare questa città e gli artefici paladini del finto rinnovamento non possono pensare di farla franca scambiando la casacca.
Renzi non c'entra nulla con quella storia ideale e politica ache ancora tanti, troppi nel mio partito impersonano. Non basta Renzi è ora di accelerare i processi di cambiamento anche a Livorno e cercare di scordarci un passato ormai passato, fatto anche di bandiere, belle certo ma ormai non più attuali.
Dobbiamo avere il coraggio di gettarle al macero, escluderle dalle nostre sedi o dire che è solo folclore. Una piccola differenza rispetto alle elezioni del 2009: dei voti al PD il 30 % ha espresso preferenze, ieri solo il 10%. Perchè?